Francia: 'Si rispetti lo stop diesel-benzina'. Italia voterà contro

La Francia spinge per lo stop alla vendita di automobili con motori diesel e benzina entro il 2035.


Ma l'italia si oppone e annuncia un voto contrario all'iniziativa.

 

    "Stiamo lavorando sui dettagli per assicurarci che questo impegno comune che abbiamo preso tutti insieme" sullo stop alla vendita di nuove auto con motori a benzina e diesel nel 2035 "sia in vigore quando dovrà essere in vigore".

Lo ha detto il ministro francese per l'Industria, Roland Lescure, arrivando al Consiglio Competitività Ue. "L'industria sta affrontando le sfide, si sta organizzando per trovare il giusto percorso. Ma il percorso dev'essere in linea con l'obiettivo che abbiamo deciso tutti insieme e che i consumatori e i nostri cittadini stanno aspettando", ha evidenziato.

  "Domani l'Italia vota contro" sullo stop alle auto inquinanti dal 2035 e sarà "un segnale per quanto riguarda tutta l'attività che la Commissione, l'Ue, faranno - faremo insieme a loro - sui dossier che sono ancora aperti. Non solo l'automotive, ma anche per esempio il packaging piuttosto che l'ecotessile". Lo ha detto il ministero delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in un punto stampa a Bruxelles. "Noi chiediamo ragionevolezza, noi siamo un governo pragmantico che guarda soprattutto alla sostenibilità del nostro sistema sociale", ha spiegato. "In prospettiva sappiamo che il vero grande confronto sarà nel 2026 quando con la clausola di revisione (contenuto nel regolamento, ndr) potremo rimettere in discussione questo percorso in un clima io mi auguro molto diverso. Con un nuovo Parlamento Ue in cui aumenta la consapevolezza che occorre cambiare e con una nuova Commissione che uscirà il prossimo anno", ha spiegato Urso. "Noi non mettiamo il dubbio le date, 2035 e 2050. Ma allo stesso tempo noi tuteliamo i lavoratori e le imprese e per questo chiediamo che siano modificate le tappe e le modalità per raggiungere quegli appuntamenti, affinché siano sostenibili. Per esempio non vediamo perché debba essere considerata solo l'elettricità. L'elettricità non è una religione, è una tecnologia come altri. Se i biocombustibili possono permetterci di raggiungere gli stessi obiettivi perché non usarli", ha osservato.

  "Ho ribadito una presenza assertiva dell'Italia negli organismi europei oggi al Consiglio Competitività. E' stata anche l'occasione per alcuni bilaterali per sviluppare una politica comune che faccia capire alla Commissione che è cambiata un'epoca: c'è stata una pandemia, la guerra, l'Europa è minacciata dalla competitività a livella globale. E per quel che riguarda la duplice transizione, che noi condividiamo negli obiettivi ecologici", serve "una visione pragmatica, concreta, e non ideologica, messianica, frutto di una concezione che appartiene al passato". Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso parlando con i cronisti a Bruxelles. In vista del voto di domani sullo stop ai motori endotermici dal 2035 "noi attendiamo le riflessioni degli altri Paesi nella piena consapevolezza che il nostro è innanzitutto un segnale da dare, una sveglia a tutta l'Europa, a non dare nulla per scontato. E per dire che l'Italia c'è"; ha spiegato Urso rilevando come Polonia e Bulgaria si siano "unite" alla posizione italiana. "Noi siamo in Europa, decidiamo in Europa ed esprimiamo in Europa i bisogni, gli interessi, le aspettative, i sogni, le speranze del popolo italiano, che speriamo siano le speranze anche di altri lavoratori", ha ancora aggiunto.

  "Che una certa consapevolezza" sui dossier di politica industria e green, ma anche in generale, "si sia sempre più sviluppando in Europa lo dimostra anche il voto al Pe sullo stop alle auto. Se si fosse svolto tre mesi ci sarebbe stata una quasi unanimità a favore, invece c'è stata una maggioranza piuttosto esigua. E sono convinto che nel 2024 emergerà nell'Eurocamera una maggioranza più capace di interpretare a fondo gli interessi e gli ideali della nostra casa comune europea. E penso che questo troverà espressione anche nella nuova Commissione": Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso parlando con i cronisti a Bruxelles. " Noi lavoriamo anche con questa prospettiva, con una strategia che è ben chiara e si enuclea in ogni atto perché siamo convinti di quali siano gli interessi nazionali che dobbiamo tutelare", ha aggiunto Urso rimarcando: "tutti i nostri interlocutori hanno ascoltato la nostra posizione, l'Italia è
tornata in campo".
fonte ANSA